Qualsiasi persona, specialmente quando affronta da solo una nuova avventura lavorativa, che si trovi all’inizio del percorso a dover scegliere i giusti strumenti per allestire un ufficio funzionale alle propre esigenze lavorative. Sebbene quasi tutti i freelance o startup abbiano gia’ in partenza alcune idee di quello che potra’ servirgli per essere immediatamente operativi, nel momento in cui completano la lista dei vari software e hardware necessari ( esclusi naturalmente i vari costi di affitto dei locali, noleggi vari che non vogliamo qui considerare ) si trovano di fronte ad un totale di esborso che potrebbe completamente stravolgere i preventivi iniziali. E anche quando le limitate risorse disponibili hanno gia’ contribuito ad una prima ” scrematura” dei beni acqusitabili, il budget a disposizione rischia di essere completamente sprecato per scelte non mirate. DIventa quindi importante avere almeno una idea iniziale su cui riflettere come prima battuta e restringere le proprie scelte, sempre rispettando i gusti personali e cio’ che piu’ “ispira” per iniziare con il piede giusto. Andiamo quindi a vedere i singoli componenti per allestire una piccola realta’.

 

 

 

MONITOR

   Nel campo della progettazione, il monitor ha essenzi almente lo scopo di mostrarcii il maggior numero di informazioni possibile per progettare, e restituire i risultati del progetto nel miglior modo possibile. Questo sia che operiamo nel web design, nel fotoritocco, nel montaggio video o nella grafica tridimensionale. Che si sia agli esordi o in procinto di espansione, e’ bene sempre cominciare con un livello medio-alto ( senza puntare subito al top di gamma ) ma mai lesinare se si pensa che questa possa essere la professione per voi. E d’altra parte occorre sempre pensare che la scelta del monitor sia una delle piu’ difficili, andando poi a considerare che esso rappresenta l’interfaccia tra noi e le macchine da lavoro, e quello con cui spendiamo piu’ tempo.Vediamo i fattori da considerare per dopo approfondire.

Dimensioni. Qualsiasi multinazionale operante nel settore informatico puo’ dimostrare con dati statistici come il monitor di dimensioni maggiori aumenta la produttiivita’ in maniera considerevole. Poter aprire almeno due applicazioni, come due impaginati o un codice ed il suo preview, all’interno della stessa finestra riduce enormemente il tempo di cambio applicazione ( e ricordiamo che qualsiasi operazione ripetuta centinaia di volte al giorno significa molto ) ma soprattutto significa poter visualizzare i piu’ piccoli dettagli sia di fotografie o uno snap di due curve nurbs all’interno di un cad. Ricordiamo che la dimensione indicata e’ sempre quella della diagonale, ma esiste anche l’aspetto complessivo che ne indica i rapporti tra i lati ( 4:3, 16:9, 16:10, wide, ultrawide, ecc ). Facciamo notare che la funzionalita’ non e’ direttamente proporzionale alla grandezza dello schermo, se questa non e’ accompagnata da una risoluzione altrettanto adeguata, perche’ all’aumentare delle dimensioni certe immagini possono risultare sgranate. I modelli che sono apaprsi negli utlimi anni hanno raddoppiato le dimensioni fino ad arrivare a rapporti 21:9 ( adattissimi per sviluppo software, ambienti finanziari, applicazioni multi-finestra come montaggi video o audio).

Risoluzione. Indica il numero di pixel riprodotti dallo schermo, generalmente proporzionale alle dimensioni, indicando prima il lato lungo, e da una certa misura in poi, usando acronimi per un facile riconoscimento (HD, HD+, FHD, ecc ) o negli ultimi anni anche indicando in multipli di 1000 il numero di pixel sul lato lungo o linee verticali ( 4K, 8K, ecc ). Anche qui, oltre al fattore proporzionale grandezza / risoluzione che deve essere sempre analizzato, si consideri anche il fattore opposto: una risoluzione troppo elevata su uno schermo ridotto implica un eccessivo ridimensionamento del testo ( cosa facilmente visibile su schermi piccoli ). Partendo dal primo monitor a colori CGA 320×200 ( escludendo il monocromatico MDA ), passando per il longevo VGA 640×480, il WXGA 1280×800 comune su quasi tutti i computer a fine anni 2000, al Full HD, fino a risoluzioni che necessitano ancora di supporti adeguati, secondo una tabella semplificata:

Risoluzione Rapporto Nome convenzionale
1280×720 16:9 HD / WXGA W = Wide
1280×800 16:10 WXGA X = eXtended
1920×1080 16:9 Full HD
1920×1200 16:10 WUXGA U = Ultra
2560×1600 16:10 WQXGA Q = Quarter
3840×2160 16:9 UHD H = High
4096×2560 16:10 4K
7680×4320 16:9 8K
15360×8640 16:9 16K

Gamma cromatica. Ogni monitor deve presentare le immagini nel miglior modo possibile, senza aberrazioni cromatiche, mutamenti di colore, strani aloni, cambi a seconda dell’angolo di visualizzazione, ecc. Ma sicuramente chi opera in modo professionale deve il piu’ possibile lavorare con un monitor in grado di restituire la fedelta’ cromatica rispetto agli standard dei colori. Se tutti i monitor ricevono una calibrazione di fabbrica, la resa all’utente sara’ frutto della qualita’ del monitor, della scheda grafica e dell’illuminazione dell’ambiente di lavoro. Il dispositivo di calibrazione ( colorimetro ) e’ in grado, attraverso la misurazione diretta della radiazione del display e della luce ambientale, di restituire un profilo di colore personalizzato.

Cosa si intende per spazio di colore? Se e’ ampiamente dimostrato che il colore e’ una caratteristica soggettiva, si deve in tutti i modi cercare di uniformare il criterio di valutazione della fedelta’ di un dispositivo di visualizzazione attraverso uno schema generico e condiviso. Il primo universalmente accettato fu il cosiddetto CIE del 1931, che disponeva su uno spazio bidimensionale (gamut) l’insieme delle frequenze visibili dall’occhio umano, poi ampliato con altri spazi di colore piu’ recenti ed adeguati alla grafica moderna, come Adobe RGB o sRGB, e quelli studiati per la televisione come il PAL o il NTSC. Considerato che tutti i colori visibili a monitor sono il risultato della somma di tre colori secondo la sintesi additiva ( mentre per la stampa si opera in sintesi sottrattiva ) e’ chiaro che il diagramma racchiude tutti i colori visibili dall’occhio umano. Ma il nostro monitor non e’ il diagramma: lo deve simulare il piu’ possibile, e allora qui entra in gioco il cosiddetto fattore di gamma, che rappresenta la misura dell’estensione cromatica che il monitor e’ in grado di riprodurre, e la sua estensione va di pari passo con la qualita’ del monitor stesso. La fedelta’ quindi rispetto ad uno spazio colore viene espressa in percentuale ( es. 97% Adobe RGB ), ed e’ correggibile a monitor tramite la cosiddetta correzione gamma presente in tutti i menu’.

Contrasto, Luminosita’, Illuminazione. Un monitor che si reputi professionale presenta cori ricchi e saturi, nero vero, tonalita’ perfettamente definite, simile il piu’ possibile agli standard Pantone. Per quel che riguarda il contrasto, viene solitamente indicato con un valore comparativo, tipicamente 1000:1, fino ad arrivare a valori non necessariamente utili per i lavori di grafica, come 10000:1. e’ bene osservare che piuttosto che affidarsi a tale valore, e’ molto piu’ indicativo controllare come viene visualizzato il nero piu’nero tramite il colorimetro. La luminosita’ viene espressa in cd/m2, con valori tra i 250-400 ( ma variabili con le tecnologie ), ma anche qui occorre tener presente che troppa luce affatica l’occhio, e che va sempre valutata l’illuminazione globale dell’ambiente. Per questo motivo chi opera nel campo pubblicitario utlizza spesso i ripari sullo schermo per potersi isolare da cattive illuminazioni della stanza in cui si trova, o luce solare troppo diretta. Per ultimo la finitura frontale: lo strato ultimo puo’ essere lucido o antiriflesso. SI preferisca sempre quest’ultimo per ridurre l’infulenza della luce ambientale e limitare i riflessi, anche se i colori appaiono forse meno brillanti.

Tecnologia di illuminazione. Mentre un tempo si utlizzava il tubo catodico (CRT), l’illuminazione a LED ha cambiato radicalmente l’aspetto fisico del monitor rendendoli estremamente sottili. A seconda della tecnologia della matrice di cristalli liquidi presente, si e’ transitati dalla tecnologia TN ( Twisted Nematic ) economici ma veloci, alla IPS ( in Plane Switching ). Questi hanno superato i limiti di fedelta’ cromatica e ristretto angolo di visione dei primi,  nonche’ fastidiosi effetti scia e additittura di cambi cromatici a seconda del punto di osservazione, ma con un tempo di risposta leggermente superiore ( tempo impiegato a passare da un colore all’altro ). Da qualche tempo i costi degli IPS si e’ ridotto, e ne ha diffuso la completa diffusione, anche se nuove tecnologie condivise con i televisori sono sempre in uscita. Controllare pero’ la frequenza di refresh del monitor, perche’ nel caso di utlizzo con tecnologie stereoscopiche (deve stare sui 120hz). 

Connessioni e dintorni. Se nel corso degli anni le tipologie di connessione si sono moltiplicate, occorre capire innanzitutto che ognuna di esse e’ in grado di supporttare risoluzioni diverse, ma anche un diverso controllo del colore. Quindi al momento scegliere sempre una Display port o una HDMI, che e’ passata dalla semplce porta per proiettori esterni a standard. Infine, sempre un monitor regolabile in altezza ed inclinazione e possibilmente una cornice sottile che disturba meno la visione continua.


   Assunti qundi alcuni aspetti fondamentali per poter leggere le schede tecniche dei costruttori, dove va diretta la scelta per chi si occupa tendenzialmente di grafica tridimensionale? Se con un basso budget potete permettervi un monitor adatto per applicazioni office ( meglio antiriflesso, diagonale fino a 24″ ) o in generale multimediale ( meglio invece lucido per guardare film ), gia’ per un monitor espressamente dedicato ai videogiochi bisogna pernsare di raddoppiare il budget per un buon TN con buona luminosita’ e almeno Full HD o con un IPS di ultima generazione con tempi di risposta rapidi. Passando quindi a monitor professionali:

Foto e video: finitura antiriflesso, diagonale verso i 27″, risoluzione 4K, IPS con almeno 1 milione di colori, certificazione Adobe RgB.

Progettazione: finitura antiriflesso, diagonale verso i 27″, risoluzione almeno WQXGA, IPS, meglio due monitor affiancati.

 

 

STORAGE e NAS

   Molti articoli che fanno un introduzione ai dispositivi di archivazione cominciano con una storia di tutti i vecchi mezzi avvicendatisi nella vita di chi scrive. Per cui le persone che hanno qualche anno cominciano dicendo; .. una volta avevamo solo i floppy disk flessibili da 5 1/4″ ( figli di quelli da 8″, che pochi ricordano ), per poi passare ai rigidi ma salvaspazio da 3.5″, per poi, negli anni 90, cedere progressivamente il posto ai cd rom ( un cd teneva 600 floppini!), e ancora a tutti i tipi di memoria di massa, dai primi zip alle chiavette agli hard disk esterni che usiamo oggi, seppur con diverse tipologie. I lettori di floppy sparirono da tutti i computer, cosi’ come ora sta succedendo ai lettori cd, in quanto risultano essere supporti rovinabili con il tempo e non troppo affidabili. Se infatti i floppy avevano un alto rischio di smagnetizzazione, i cd hanno un buon rischio di rigature o sporcizia profonda a renderli illegibili.

   La scelta al giorno d’oggi non si riduce soltanto ad un problema di capienza o di velocita’ del disco, di dimensioni (fisiche) dell’oggetto da trasportare o piu’ banalmente, di costi: se questi sono variabili che possono essere scelte facilmente in base al budget, la portabilita’ o lo spazio a disposizione, la differenza sta nel capire se ci occorre una semplice memoria per il backup oppure un dispositivo accessibile da qualunque posto ci troviamo.

Hard disk esterno. Lunica scelta di compiere, fino a poco tempo fa, era la capienza e la velocita’ del disco. Per entrambi, piu’ ce n’era e meglio era. Stop, basta avere i soldi. Quando ora andiamo sul sito del produttore di computer per configurare la nostra macchina, la scelta va ormai sempre per avere una soluzione ibrida con disco magnetico + disco allo stato solido, se non addirittura solo allo stato solido). Gia’ perche’ i piu’ recenti dischi SSD ci danno la possibilta’ di un accesso molto rapido ( e per questo sono piu’ destinati ad ospitare l’installazione del software che non i dati), ma adun costo superiore. Quando tra non molto tempo questo gap di costo si annullera’, la scelta SSD diventera’ forse l’unica (ricordiamo che SSD significa Solid State Drive, e non Disk, in quanto non e’ presente nessun disco ma solo una memoria flash). Il vantaggio poi non e’ solo nella velocita’, ma nell’assenza di rumore, nella maggiore velocita’ di trasferimento dati, nella maggiore affidabilita’, mentre i problemi dei primi periodi vanno attenuandosi.

NAS. Si tratta di una sigla indicante i cosiddetti Network Attached Storage, cioe’ disposizitivi di archivazione accessibili non solo in locale ( copia da computer o chiavette Usb, ma anche tramite connessione internet o locale. Essi non sono soltanto degli spazi di backup, ma dei veri e propri server con tanto di applicazioni a doc per l’utilizzo di tutte le possibilita’ che un extra spazio puo’ dare, come al condivisione di contenuti in streaming o la condivisione in tempo reale delle aree di lavoro tra colleghi. Il disspositivo diventa un vero e proprio luogo di centralizzazione di tutti i contenuti, ma anche un vero e proprio cloud privato, uno spazio di archivazione per i dati della videosorveglianza in caso di necessita’, un collegamento dei dati al calendario, un temporizzatore di eventi che noi possiamo programmare.

   Il nostro “disco di rete” e’ quindi l’accesso remoto ai dati dell’ufficio comodamente da casa, magari con due dischi che lavorano in combinazione RAID, cioe’ con backup reciproco per una maggiore sicurezza contro la perdita dei dati, realizzando una piccola rete aziendale su cui addirittura installare un sito internet, in quanto sui modelli superiori sono presenti i sistemi operativi. La differenza tra questo dispositivo ed un computer ad hoc, sta nel fatto di avere sistemi garantiti per lavorare 24 ore su 24 ( magari anche connessi ad un gruppo di continuita’), Alcuni hanno persino la possibilita’ di essere comandati tramite app smartphone.


   Assunti qundi alcuni aspetti fondamentali per poter leggere le schede tecniche dei costruttori, dove va diretta la scelta per chi deve fare un acquisto? I parametri di scelta sono fondamentalmente:

  • capacita’ e numero dei dischi, se in combinazione raid;
  • numero di dischi montabile;
  • velocita’ di accesso e di scrittura;
  • numero di connessioni disponibili;
  • affidabilta’ documentata e costo dei ricambi.