Eravamo come voi..

Impreziosire e personalizzare un disegno di artista
Il teschio umano rappresenta senza ombra di dubbio una delle immagini più potenti che esistano, emblema simbolico e definitivo per tutto il genere umano. C’è che ne è affascinato, chi ne viene respinto, ma in tutti infonde quel fascino misterioso di vedere l’elemento che racchiude il nostro organo principale, il cervello, e allo stesso tempo accumunarci in un ecumenico Memento Mori senza bisogno di parole. Da Amleto in poi, innumerevoli artisti lo hanno reso in maniera personale, dipingendo modelli, rappresentandolo nelle nature morte, scalandolo e modellandolo, fino a Damien Hirst, che lo ha reso unico tempestandolo di diamanti impreziosendolo fino a sconfiggere la sua insita idea di morte.

E così abbiamo avuto anche noi la fortuna di collaborare con un artista che ci ha indicato la sua personale idea di personalizzazione, per cercare di rendere questo classico modello in maniera preziosa, ma ricordando in maniera delicata quello che inevitabilmente si porta dietro.

Punto di partenza, un modello che fosse assolutamente ben disegnato. Per ottimizzare il risultato, la prima operazione dopo il disegno e’ stato il remesh completo della mesh.  Attraverso il software di Artec Studio, abbiamo portato il numero di triangoli a 200.000, un buon compromesso per qualita’ e leggerezza di file per la stampa.

Si puo’ osservare dalla immagine come il numero delle facce sia assolutamente fitto e sufficiente per ogni modellazione successiva, e come la grandezzza dei triangoli sia dappertutto uguale.

Ottimizzato il file, si e’ scelto  di porre una frase, un motto che potesse essere allo stesso tempo riconoscibile e penetrante allo stesso tempo. Scartate frasi troppo comuni o troppo lunghe, congiuntamente abbiamo optato per una frase ricorrente sugli ingressi dei cimiteri italiani, soprattutto di campagna: Eravamo come voi, sarete come noi. Frase cosi’ ineluttabile nella sua semplicita’.
Dopo parecchie prove di disposizione delle lettere e posizionamento sul pezzo, si e’ optato per la disposizione in forma circolare sulla parte posteriore superiore della scatola cranica. Anche se la simulazione con colore argenteo dava un ottimo risultato, la scelta dell’oro rendeva senz’altro un maggior senso di preziosita’ e perche’ no, sberleffo nei confronti della morte.
La stampa è stata realizzata in Abs con una Zortrax 200. Il tutto dipinto con una speciale vernice al cromo, prodotta in maniera unica da un’azienda di Torino.

Il risultato? Beh, e’ venuto bene, ed e’ piaciuto a noi e all’artista. A voi?

Dimenticavamo una curiosita’: si chiama Anthony.