Realizzazione di ortesi facciali personalizzate per pazienti affetti da morbo di Basedow

Scansione e stampa tridimensionali per il trattamento degli effetti collaterali del post-operatorio
Sacra Sindone Tattile

Progetto in collaborazione con Kairos 3d e Cosmo 3d

Scopo dell’intervento:

Presentazione di una metodologia precisa, efficace ed innovativa per la realizzazione di un’ortesi facciale personalizzata per paziente affetto da Morbo di Basedow.

Tecnologie utilizzate:

  • Scansione tridimensionale a luce strutturata
  • Modellazione su mesh e superfici
  • Stampa FDM

 

 

   Il nostro secondo progetto in campo medicale è nato da una collaborazione con due aziende del territorio di Torino, la Kairos 3d dedita a sviluppi di realtà virtuale immersiva e la Cosmo 3d per la stampa additiva.

  Il caso di studio riguardava una paziente di sesso femminile, 48 anni, affetta da morbo di Basedow o morbo di Graves (gozzo tossico diffuso), la più comune causa di ipertiroidismo a livello mondiale (1,5-3% della popolazione). Esso colpisce in misura nettamente maggiore le donne, nella fascia di età tra i 30 – 40 anni ed oltre i 60.  La manifestazione esterna più evidente è l’aumento uniforme del volume della tiroide, in maniera diffusa, cioè senza formazioni nodulari.

  Tra le varie complicazioni portate dal morbo ( disturbi psichici, tremori, tachicardia, calo ponderale, ecc. ) il disturbo più evidente rimane l’esoftalmo, ossia la protrusione del bulbo oculare oltre la rima palpebrale.  Esso è dovuto essenzialmente all’eccesso di linfociti e cellule di scarto attorno a tutta la parte nascosta del bulbo oculare.


  Nel caso che l’esoftalmo sia presente in forma diretta ( di natura traumatica o tumorale ), esso causa la sola sporgenza frontale del bulbo, mentre la sua forma indiretta ( che è appunto quella data dal morbo in questione ) può causare anche lo spostamento laterale dei bulbi e la deformazione della forma cranica.

  Il problema della sporgenza e conseguente fissità degli occhi provoca anche eccessiva lacrimazione, fotofobia, irritazione diffusa, ulcerazione della cornea, nonché possibili alterazioni del campo visivo. Per rimediare a tale patologia si parte da una terapia farmacologica ed ormonale per il quadro completo della malattia, e per quanto riguarda in particolare l’esoftalmo, ai arriva ad un intervento chirurgico.

  L’intervento può non essere immune da effetti collaterali, uno dei quali è il possibile danneggiamento dei tessuti tendinei del muscolo elevatore della palpebra, che rimane impedita alla chiusura e rende impossibile il riposo notturno del paziente.

  Questo riguarda il caso presentato.

 

 

A seguito dell’intervento chirurgico, avvenuto da oltre un anno, la paziente ha riscontrato due tipologie di problemi: una notevole limitazione del campo visivo, circoscritto ad una zona frontale, e il  danneggiamento citato dei tendini della palpebra.

La paziente ha quindi sperimentato l’impossibilità del riposo notturno, in quanto ogni tipo di riparo ( maschere per dormire, imbottiture, ecc. ) non hanno mai fornito alcun beneficio. Questo ha implicato un notevole abbassamento della qualità della vita, poiché la paziente non ha alcuna possibilità di riposarsi.

La scansione ha visto quindi l’uso dello scanner Artec Eva in grado di catturare in modo dettagliato la superficie facciale.

  Il software utlizzato ha permesso di analizzare il risultato della scansione, rivelando un dato interessante anche sulle deviazioni muscolari a seconda della posizone sdraiata e seduta della paziente ( e quindi l’assoluta necessità di lavorare sulla scansione in posizione sdraiata ); va sottolineato come in questo caso la paziente aveva subito un rilassamento della parte cutanea a seguito dell’operazione. 

 

 

  Attraverso quindi l’uso di una modellazione di superfici sulla mesh ottenuta si è ottenuto il modello finale della mascherina, ottenuto in maniera immediata grazie all’affidabilità del mezzo utlizzato. L’ortesi ha copiato alla perfezione la superficie facciale, ed ha risolto in maniera rapida e brillante lo scopo desiderato, garantendo il blocco della luce e la chiusura delle palpebre durante il riposo notturno.

Il modello finale ha visto la prova su diversi materiali con stampa FDM su Delta Wasp; la scelta è ricaduta quindi su un PLA Bioflex, semirigido, in grado di garantire la tenuta ed aumentare il confort.
 

Per chiunque persona affetta dallo stesso problema o per gli studi oculistici interessati, potete contattare una delle tre aziende per informazioni o collaborazioni.